Nell’immaginario collettivo il pomodoro è sempre stato rosso ed è da noi conosciuto come un alimento presente sulle tavole della buona cucina Italiana da anni. In realtà non è così, poiché questo frutto è stato importato a metà del XVI secolo in Europa, quando Hernàn Cortès, tornando dalla Spagna, ne portò con sé una manciata. Fu solo dopo 40 anni che in realtà il pomodoro comparve in Italia, grazie anche alle favorevoli condizioni atmosferiche dell’area meridionale del paese. Il clima soleggiato e le terre fertili, consentivano una buona coltivazione di pomodori e da lì, questo ortaggio trovò la sua strada nella cucina Italiana diventando uno dei prodotti più apprezzati.

Un secolo dopo dall’importazione dei primi pomodori, le bacche cominciarono a cambiare il loro colore e dal giallo passarono al rosso. In origine infatti il pomodoro era giallo ed è per questo che stesso il nome del frutto è Pomo d’Oro, nonostante negli anni poi il colore predominante sia diventato quello rosso.

Un’usanza antica contadina era quella di porre i grappoli di pomodori appena raccolti su degli spaghi a mo’ di pendolo, da qui il nome Piennolo.

Il primo cuoco Napoletano a sdoganare il mito del pomodoro giallo fu Vincenzo Corrado che nel 1700 lo aveva denominato “il pomodoro giallo zafferano”.

Pomodorino del Piennolo Giallo – Un simpatico aneddoto

Sembra che per caso, durante la raccolta del piennolo rosso un contadino, conosciuto come il nonno di Giulia, si rese conto che una delle piante aveva i frutti di colore oro.

Da quel momento in poi la varietà è stata chiamata GiàGiù, ovvero il giallo di Giulia. Fu solo grazie alla raccolta dei semi e ad un progetto di ricerca dell’agronoma Patrizia Spigno e della Professoressa Amalia Barone della Facoltà di Agraria di Portici, che la coltivazione del pomodoro giallo si è poi ripresa ed è divenuta, oggi, una moda dell’alimentazione.

Oggi la varietà dei pomodori Giagiù è stata inserita dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).

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